Un anno fa

Un anno fa era venerdì.
Un anno fa era periodo di festeggiamenti, di saluti agli amici di Shanghai che chissà quando avrei rivisto.
Nella casella di posta un biglietto per New York, per raggiungere Lui che era stato trasferito per lavoro.
Nella mia testa, l’eccitazione per il nuovo e l’ignoto, per l’ennesima nuova esperienza. Per il mio solito fare tabula rasa e ricominciare da capo. Con me stessa come priorità.

Un anno fa ero in ufficio, e quel mal di pancia non mi convinceva. Mi incuriosiva e mi elettrizzava.
“Chissà se…ma no dai non può essere…però se fosse…che figo…aiuto…che figo…”.

Chissà perchè, anzichè andare a casa, quel giorno ho chiamato la clinica convenzionata con l’assicurazione da expat.

Un anno fa, sola in una clinica di Shanghai, leggevo “positive“, accorgendomi solo dopo che ad inizio riga compariva “pregnancy test”.

E piangevo, ridevo, piangevo, ridevo…allora era vero, era figo, ma faceva anche paura.
E la scheda cinese non mi faceva chiamare all’estero.
E allora Whatsappavo al papà: “sono incinta”. E lui quasi sveniva. E poi gli rubavano la bici.

E di colpo il nuovo e l’ignoto assumevano tutt’altra forma.
Non più quella della grande mela, ma la forma di quel piccolo fagiolino che tutto ad un tratto si era materializzato dentro di me.

Ed ecco che di colpo la priorità non era più me stessa.
Era trattarti bene, nutrirti, non prendere le buche in bici, non sollevare gli scatoloni del trasloco.
Era anticipare il biglietto aereo, cambiare destinazione, portarti dove potevamo stare tranquilli.
Era calmarmi, smetterla di ricercare qualcosa altrove, era fermarmi.

E un anno dopo, tu stai dormendo nel tuo lettino. Con le manine blocchi il ciuccio che stava per cadere.
E penso a quanta strada è stata fatta in un solo anno. Che per una volta non è fatta di Km, ma di emozioni, di crescita, di evoluzione.
E mi stupisco di come sia riuscita a costruire, anzichè fare tabula rasa.

E penso a quando ti racconterò questa storia. E forse mi commuoverò anche quella volta.

16 commenti

  1. E' incredibile quanto possa stravolgere la vita la nascita di un figlio, quanto possa cambiare le carte sul tavolo, rimettere tutto in gioco. La verità è che una mamma non è più la persona che era prima di un figlio perché nelle nostre azioni non c'è più traccia di egoismo e, come dici anche tu, le nostre priorità cambiano totalmente.

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  2. Le priorità si stravolgono senza che ci sia il tempo di rendersene conto! Credo sia giusto imparare a distinguere il confine tra egoismo e tempo per se…per essere una madre felice e' importante non dimenticare totalmente se stesse, chi eravamo e continuiamo ad essere! Ce ne guadagniamo noi e anche i nostri figli!

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  3. Immensa, non potevi trovare aggettivo migliore. Io sono cambiata un sacco, mi sento più calma, ho finalmente trovato una ragione per controllare i miei sbalzi d'umore e calmare le mie turbolenze. E ancora mi commuovo, quando ripercorro il percorso che mi ha portato fino a qui!

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